Mattarella si sta preparando a riscrivere un capitolo di storia dell’Italia, applicando una modifica che potrebbe stravolgere tutto.
Mesi fa, Mattarella era stato insultato da un dipendente dell’Onu. Questa volta, la massima carica dello Stato ha fatto parlare di sè per via di un aspetto che lo riguarda direttamente. Niente offese ricevute via social, ma “solo” un cambiamento potenzialmente epocale per l’Italia intera. La notizia in questione era già nell’aria, addirittura da prima dell’estate di questo 2025. Adesso, come riporta Open, è finalmente arrivata l’ufficialità.

Inno d’Italia verso la modifica: la decisione di Mattarella
In data 7 maggio 2025, Giorgia Meloni presentò in Gazzetta ufficiale una proposta riguardante l’inno scritto da Goffredo Mameli. Proposta che, come accaduto di recente, è stata approvata dal Presidente della Repubblica.
Come riportato dal Fatto Quotidiano, la modifica in questione è stata ufficializzata lo scorso 2 dicembre. All’interno del “foglio” dello Stato Maggiore della Difesa, viene scritto ciò: “In occasione di eventi e cerimonie militari di rilevanza istituzionale, ogniqualvolta venga eseguito ‘Il Canto degli italiani’ nella versione cantata non dovrà essere pronunciato il ‘sì!’ finale“.
La nota in questione è stata firmata da Gaetano Lunardo, Capo del I reparto dello Stato Maggiore dell’esercito, il quale ha poi proseguito: “Per quanto precede i Comandi in indirizzo vogliano dare la ma sima diffusione della presente disposizione a tutti i Reparti di pendenti sino al livello di Stazione SAGF per la scrupolosa osservanza”. C’è anche l’allegato: «In annesso il D.P.R. 14 marzo 2025 –Modalità di esecuzione dell’Inno nazionale, ai sensi dell’Articolo 1 della legge 4 dicembre 2017, n.181“.
Il “giallo” sull’inno
La versione scelta è quella cantata dal tenore Mario Del Monaco nel 1971. Si tratta infatti di un adeguamento richiesto dalle bande musicali del periodo, ma è proprio qui che un alone di mistero avvolge improvvisamente la vicenda.
Il testo di legge spiega come lo scopo di questa modifica, sia stato quello di dare il giusto riconoscimento anche allo spartito musicale originariamente composto da Novaro. Tuttavia, proprio nel testo originale di Novaro il “sì” è presente.
A questo proposito, all’interno di un’edizione critica a cura di Maurizio Benedetti risalente al 2019, si legge che il “sì” venne aggiunto in seguito, proprio dallo stesso compositore.